martedì 20 gennaio 2009

Arrivato oggi, primo post.

Nell'aprire il primo post su di una piattaforma nuova,
che non conosco
e nella quale non conosco nessuno, mi vien da chiedermi:
Ma io , alla buonora, chi sono?
Sono molto diverse le immagini che ho di me
nei molto diversi momenti della vita.
Non conosco nessuno qui, non conosco nemmeno me.
Di cosa cacchio ci scriverò qui dentro non ho la più pallida idea.
Potrei cominciare dall'inizio:

L'uccisione del maiale
(non sono io il maiale. Si, anch'io sono un pò maiale, ma non sono ancora stato ucciso)


Quando ero piccolo, ogni anno a Novembre si ammazzava il maiale.
Mio padre comprava il più piccolo e malandato prchè costava meno e poi lo si ingrassava amorevolmente per tutto l'anno.
Erano felici i maiali a casa nostra, avevano il porcile il fondo all'orto, fangoso quanto basta per la bestia.
Nei giorni del mio compleanno lo si ammazzava.
Erano sempre giornate grige e scure, quelle dell'ammazzamento.
Nuvole basse e pioggerellina.
O nebbia.
Era il tempo prima della neve che allora cadeva tutti gli anni.
A volte il poveretto scappava e non si lasciava colpire dalla lama nel cuore e correva per tutta l'aia inseguito dagli uomini.
I maiali non sono bestie veloci.
Poi era la volta della rasatura, veniva messo in una vasca di legno tronco conica, l'acqua sul fuoco accanto per averla sempre calda e rasato con spatole taglienti.
La sera campeggiava immenso nel corridoio, appeso a testa in giù per scolare il sangue.
Bianco nella cotenna e nero dentro, squarciato dall'alto in basso, inquietante per me bambino.
Faceva impressione che la mattina era vivo.
Ma il giorno dopo si facevano i salami, la ziona ed i prosciutti, la cucina era calda ed il fuoco ardeva forte.
Mio zio, macellaio dilettante e mio padre squartavano, affettavano e tritavano, aiutati dalle donne.
La sera venivano amici e parenti e mio padre, che aveva una voce da grande tenore, cantava le romanze.
Non ricordo chi suonasse la fisarmonica, ma mio zio suonava il mandolino.
E si mangiava, tutto quello che non si poteva conservare, si mangiava.
Che festa!
A pensarci ora, chissà com'era felice mia madre in quelle sere, aveva poco più di vent'anni e tutti avevano meno di trent'anni.
Poi arrivava un nuovo maialino smunto, mia madre racconta ancora di quello che pareva non dovesse sopravvivere invece diventò un gigante di non so più quale enorme peso.
Carne per tutto l'anno.
Se credessi in dio direi che dio sa quanto ne avessimo bisogno, nella bassa ferrarese, in quegli anni di nebbia freddo e disoccupazione.

6 commenti:

  1. come non conosci nessuno?
    e io chi sono???
    Benvenuto mio Sire

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  2. Grazie Amor mio, si, ci sei tu, forse ci sono anche altri che conosco, ma mi sento come quando si arriva in una città di un'altro continente. Guardingo.
    Comunque TVB.

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  3. Leggerti mi ha mandato indietro di npon so quanti anni... a casa mia non avevamo il maiale ma lo zio si e nei giorni di novembre si sentivano continuamente i maiali che urlavano. Io mi tappavo le orecchie, era terribile, ma poi i salami che buoni! Bello come primo post... ora leggo gli altri ;)

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  4. Grazie Leena, ma non sono un gran che a scrivere, quando mi piglia la passione, scrivo per scaricarmi e condividere, specie cose che non mi piacerebbe condividere al bar, se fossi un frequentatore di bar.

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  5. Per autofill: no, non mi hanno bannato, ma l'aria stavo diventando irrespirabile.

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